Fondo Italiano per la Scienza: il ministero copia l’ERC ma commette tre errori

Il Ministero dell’Università e della Ricerca pubblica il primo bando per progetti di ricerca fondamentale ispirato ai finanziamenti dell’ERC, ma fa tre scelte che mettono a rischio le buone intenzioni

Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha pubblicato questa settimana il primo bando del Fondo Italiano per la Scienza (FIS). Nelle intenzioni del governo questo nuovo fondo si ispira ai finanziamenti dell’ERC (European Research Council), il più prestigioso programma dedicato alla ricerca di base in tutte le discipline.

Come quello, Il FIS prevede che un principal investigaror – ricercatore emergente per i FIS Starting Grant o già affermato per i FIS Advanced Grant – realizzi un progetto di ricerca fondamentale presso una host institution (italiana in questo caso). Come gli ERC, anche il FIS prevede una valutazione in due fasi e la portabilità del finanziamento.

Ovviamente, il MUR ha dovuto introdurre delle differenze rispetto al modello originario, per adattarlo al contesto italiano. Tra queste, la principale è la scelta di considerare anche la specializzazione medica equivalente al dottorato per la verifica del criterio di ammissibilità. Questa scelta del ministero risolve un problema annoso quando parliamo di ERC.

Ma ci sono alcune differenze rispetto all’originale che ritengo essere tre errori gravi, cui spero il ministero voglia porre mano appena possibile.

Un’unica categoria per i ricercatori emergenti

Innanzi tutto, il FIS prevede solo due tipologie di finanziamenti: i FIS Starting Grant per PI che il dottorato da più di 2 e meno di 10 anni e i FIS Advanced Grant per chi ha il dottorato da più di 10 anni. L’ERC dopo un tentativo al suo primo bando nel 2007, ha pensato di distinguere tra ERC Starting Grant (2-7 anni dal dottorato) e ERC Consolidator Grant (7-12 anni dal dottorato).

In effetti, non è corretto mettere a confronto chi è all’inizio della carriera e chi ha maturato una decennale esperienza e magari hanno ottenuto una posizione strutturato dell’accademia.

Il MUR avrebbe dovuto riflettere su questa decisione dell’ERC e farne tesoro prevedendo due classi distinte.

Un budget che penalizza i giovani

Il contributo massimo per i FIS Starting Grant è di 1 milione, mentre per gli Advanced Grant è di 1,5 milioni di euro. Il contributo è più povero rispetto all’ERC che prevede 1,5 milioni per gli Starting, 2 milioni per i Consolidator e 2,5 milioni per gli Advanced Grant. Immagino che la scelta fosse quella di aumentare il numero di progetti finanziabili, data la dotazione iniziale del Fondo.

Ma ciò che sorprende è la ripartizione della dotazione tra i due gruppi. I 50 milioni del FIS si dividono in 20 milioni per i FIS Starting (20 progetti) e 30 milioni per i FIS Advanced (20 progetti). Se guardiamo al Work Programme 2022 dell’ERC, vediamo che sono previsti 749 milioni di euro per gli ERC Starting (502 progetti), 776 milioni per gli ERC Consolidator (388 progetti) e 555 milioni per gli ERC Advanced Grant (223 progetti).

Se consideriamo le proporzioni, mentre il MUR ha deciso di finanziare un numero pari di progetti tra ricercatori emergenti e affermati, ERC ha deciso di dare una priorità ai più giovani sia in termini di finanziamenti che di progetti finanziato: quasi l’80% dei progetti finanziati sarà per giovani che non hanno più di 12 anni dal dottorato.

Si tratta di una chiara scelta politica che avrei voluto che anche il MUR seguisse. Se considero i giovani ricercatori e ricercatrici italiane con i loro colleghi europei, uno dei maggiori problemi è che difficilmente hanno potuto essere titolari di finanziamenti propri. Purtroppo in Italia mancano finanziamenti ad hoc per loro. I candidati italiani risultano quindi meno competitivi rispetto ai loro pari in Europa.

Il FIR poteva diventare lo strumento per superare questo divario e dare uno slancio alle generazioni più giovani (professionalmente). Si tratta di un’occasione mancata.

Una proposta troppo breve per valutarla

Un’ultima scelta molto pratica rischia di rendere inutile il processo di valutazione. Per entrambe le tipologie la sinossi del progetto dovrà essere di massimo 6000 caratteri (immagino ma non è specificato, spazi inclusi). Per la proposta scientifica completa sono previsti massimo 18.000 caratteri.

In ERC la Sinossi è di massimo 5 pagine. L’ultima proposta che ho seguito aveva una sinossi di più di 20.000 caratteri spazi inclusi, e senza contare che c’era due immagini e un Gantt dentro le cinque pagine previste.

Chi si occupa degli ERC sa quanto questi limiti siano molto stringenti. Parte significativa della preparazione di una proposta consiste nel cercare di raggiungere la sintesi più efficace, facendo un pesante lavoro in levare: togliere aggettivi, avverbi, giri di frasi non necessari per arrivare all’essenza.

È evidente che il MUR ha deciso di risparmiare fatica chi dovrà leggere le proposte. Ma mi chiedo come si possa valutare la qualità di una proposta presentata in meno di 2 pagine per la sinossi e di meno 6 pagine per la proposta scientifica completa. L’effetto indesiderato non è solo per chi farà la domanda di finanziamento, ma anche i valutatori che vorranno fare il proprio lavoro seriamente e avranno pochissimi elementi per esprimere un giudizio motivato.

Si potrà rimediare?

Per rimediare ai primi due errori (unica categorie per i più giovani e ripartizione del fondo tra le due tipologie di finanziamento) temo si dovrà aspettare il prossimo bando, mentre per l’ultimo forse si potrebbe fare ancora qualcosa per questo bando con un atto dirigenziale, sempre che ci sia la volontà politica.

Visto che ci siamo il ministero potrebbe anche chiarire se i vincitori del bando FIS hanno diritto alla chiamata diretta come vincitori di un programma di alta qualificazione.